Il made in Italy è una fonte inesauribile di ispirazione e una colonna portante dell’economia italiana. In tutto il mondo i prodotti di moda, design, home decor e anche del settore beauty, sono molto richiesti se sono concepiti e fatti in Italia.
Con la pandemia gli acquisti di prodotti made in Italy nel retail hanno avuto molte perdite, soprattutto del settore moda, mentre l’home decor e il beauty hanno tenuto di più, considerando che con il lockdown molte persone hanno acquisto prodotti di bellezza e benessere per ritrovare momenti di relax e hanno acquistato molti prodotti per la casa per trasformare gli ambienti in modo che fossero fruibili anche per lo smart working e per tutta la famiglia.
Se guardiamo alle aziende produttrici del made in Italy, i grandi marchi, come Prada o Ferragamo, ad esempio, hanno dovuto fronteggiare situazioni diverse in paesi diversi, recuperando online parte del fatturato perduto per la chiusura dei negozi fisici.
Se i grandi brand del made in Italy avevano già pronta l’alternativa della vendita online, con canali e-commerce già funzionanti e ben conosciuti dal pubblico, senza contare la vendita di prodotti di marca in marketplace dedicati all’acquisto dei beni di lusso, destino diverso hanno avuto invece le moltissime aziende, piccole e medie presenti su tutto il territorio italiano, insieme agli artigiani e ai lavoratori indipendenti, come designer emergenti, stilisti o anche creativi che durante il primo lockdown hanno dovuto ripensare la propria attività.
Molti hanno cercato sbocchi nell’online creando degli e-commerce che, senza budget adeguati, hanno avuto poca possibilità di raggiungere visibilità e traffico sufficiente, e ottenendo quindi scarsi risultati, mentre altri si sono rivolti a realtà come i grandi marketplace generalisti, come Amazon, dove ottenere risalto come piccolo produttore made in Italy tra migliaia di altri operatori già presenti è stato altrettanto difficile.
Una realtà emergente dedicata proprio allo shopping online di prodotti made in Italy, è Mooza, un nuovo tipo di marketplace che non offre prodotti generalisti ma specializzati per ogni ambito del lifestyle made in Italy. Sebbene questa piattaforma abbia pochi mesi di vita, è stata lanciata a novembre 2020, un fenomeno particolarmente interessante di cui è esempio e che permette di osservare riguarda proprio il tipo di imprenditoria che ne fa parte, e che è in maggioranza composta da donne: ossia l’imprenditoria femminile cresce nell’online.
Donne imprenditrici, alcuni dati.
Il dato che molte imprenditrici artigiane e indipendenti del made in Italy siano donne (su Mooza sono oltre l’80%), è un dato sorprendente, soprattutto perché si scontra con la percezione comune che alla parola “artigiano” associa l’immagine di un uomo intento nella sua bottega a lavorare il cuoio, ad esempio.
Il dato che si registra online su questo marketplace bilancia il dato sull’imprenditoria femminile del rapporto di Union Camere del 2020 secondo il quale in Italia solo il 20% delle imprenditrici sono donne, dato, inoltre, allineato a quello di altri paesi. Il rapporto evidenza però che le aziende delle donne imprenditrici crescono del 2,9% rispetto allo 0,3% di quelle guidate dagli uomini: ossia ben il triplo. Un po’ come dire che le donne hanno maggiori difficoltà ad intraprendere un’attività imprenditoriale, quando l’avviano hanno in media una possibilità di riuscita di 3 volte maggiore rispetto a quelle degli uomini.
Tra le donne imprenditrici del marketplace dedicato al made in Italy lo spirito di intraprendenza femminile è testimoniato anche da molte delle attività nate o consolidati durante la pandemia, che non ha arrestato anzi ha favorito la nascita di attività guidate da donne. Ne sono un esempio, attività artigianali che prima si svolgevano accanto ad una professione classica (donne impiegate o anche dirigenti d’azienda) oppure nuove attività in start-up a cui il lockdown ha concesso di dedicarsi e quindi di essere lanciate online. Lo spirito imprenditoriale femminile vive in tutti i campi del made in Italy: dalle fashion designer che hanno aperto un laboratorio sartoriale, riprendendo anche usi e saperi della manifattura locale, a interior designer che inventano nuove soluzioni per gli ambienti con filosofie di lavoro che abbracciano il sostenibile, ad artigiane del legno, della ceramica, o della lavorazione dei gioielli fino a entrare in campi prettamente artistici come pittrici e scultrici. Oggi tutte queste “piccole” attività trovano un nuovo sbocco nel marketplace online, che predilige anche un contatto umano diretto tra i clienti e gli artigiani e le artigiane. Tutto questo in un momento in cui è importante dare un nuovo impulso all’economia del made in Italy, inteso non solo come quello dei grandi marchi.
Il made in Italy è una fonte inesauribile di ispirazione e una colonna portante dell’economia italiana. In tutto il mondo i prodotti di moda, design, home decor e anche del settore beauty, sono molto richiesti se sono concepiti e fatti in Italia.
Con la pandemia gli acquisti di prodotti made in Italy nel retail hanno avuto molte perdite, soprattutto del settore moda, mentre l’home decor e il beauty hanno tenuto di più, considerando che con il lockdown molte persone hanno acquisto prodotti di bellezza e benessere per ritrovare momenti di relax e hanno acquistato molti prodotti per la casa per trasformare gli ambienti in modo che fossero fruibili anche per lo smart working e per tutta la famiglia.
Se guardiamo alle aziende produttrici del made in Italy, i grandi marchi, come Prada o Ferragamo, ad esempio, hanno dovuto fronteggiare situazioni diverse in paesi diversi, recuperando online parte del fatturato perduto per la chiusura dei negozi fisici.
Se i grandi brand del made in Italy avevano già pronta l’alternativa della vendita online, con canali e-commerce già funzionanti e ben conosciuti dal pubblico, senza contare la vendita di prodotti di marca in marketplace dedicati all’acquisto dei beni di lusso, destino diverso hanno avuto invece le moltissime aziende, piccole e medie presenti su tutto il territorio italiano, insieme agli artigiani e ai lavoratori indipendenti, come designer emergenti, stilisti o anche creativi che durante il primo lockdown hanno dovuto ripensare la propria attività.
Molti hanno cercato sbocchi nell’online creando degli e-commerce che, senza budget adeguati, hanno avuto poca possibilità di raggiungere visibilità e traffico sufficiente, e ottenendo quindi scarsi risultati, mentre altri si sono rivolti a realtà come i grandi marketplace generalisti, come Amazon, dove ottenere risalto come piccolo produttore made in Italy tra migliaia di altri operatori già presenti è stato altrettanto difficile.
Una realtà emergente dedicata proprio allo shopping online di prodotti made in Italy, è Mooza, un nuovo tipo di marketplace che non offre prodotti generalisti ma specializzati per ogni ambito del lifestyle made in Italy. Sebbene questa piattaforma abbia pochi mesi di vita, è stata lanciata a novembre 2020, un fenomeno particolarmente interessante di cui è esempio e che permette di osservare riguarda proprio il tipo di imprenditoria che ne fa parte, e che è in maggioranza composta da donne: ossia l’imprenditoria femminile cresce nell’online.
Donne imprenditrici, alcuni dati.
Il dato che molte imprenditrici artigiane e indipendenti del made in Italy siano donne (su Mooza sono oltre l’80%), è un dato sorprendente, soprattutto perché si scontra con la percezione comune che alla parola “artigiano” associa l’immagine di un uomo intento nella sua bottega a lavorare il cuoio, ad esempio.
Il dato che si registra online su questo marketplace bilancia il dato sull’imprenditoria femminile del rapporto di Union Camere del 2020 secondo il quale in Italia solo il 20% delle imprenditrici sono donne, dato, inoltre, allineato a quello di altri paesi. Il rapporto evidenza però che le aziende delle donne imprenditrici crescono del 2,9% rispetto allo 0,3% di quelle guidate dagli uomini: ossia ben il triplo. Un po’ come dire che le donne hanno maggiori difficoltà ad intraprendere un’attività imprenditoriale, quando l’avviano hanno in media una possibilità di riuscita di 3 volte maggiore rispetto a quelle degli uomini.
Tra le donne imprenditrici del marketplace dedicato al made in Italy lo spirito di intraprendenza femminile è testimoniato anche da molte delle attività nate o consolidati durante la pandemia, che non ha arrestato anzi ha favorito la nascita di attività guidate da donne. Ne sono un esempio, attività artigianali che prima si svolgevano accanto ad una professione classica (donne impiegate o anche dirigenti d’azienda) oppure nuove attività in start-up a cui il lockdown ha concesso di dedicarsi e quindi di essere lanciate online. Lo spirito imprenditoriale femminile vive in tutti i campi del made in Italy: dalle fashion designer che hanno aperto un laboratorio sartoriale, riprendendo anche usi e saperi della manifattura locale, a interior designer che inventano nuove soluzioni per gli ambienti con filosofie di lavoro che abbracciano il sostenibile, ad artigiane del legno, della ceramica, o della lavorazione dei gioielli fino a entrare in campi prettamente artistici come pittrici e scultrici. Oggi tutte queste “piccole” attività trovano un nuovo sbocco nel marketplace online, che predilige anche un contatto umano diretto tra i clienti e gli artigiani e le artigiane. Tutto questo in un momento in cui è importante dare un nuovo impulso all’economia del made in Italy, inteso non solo come quello dei grandi marchi.