Tipico disturbo infiammatorio della cute, la disidrosi si presenta con la comparsa di tutta una serie di vesciche, rosse e piene di liquido, che talvolta possono unirsi arrivando a formare bolle decisamente grandi.
Se la disidrosi alle mani è la forma più diffusa, e si insinua sul palmo e ai lati delle dita, non manca di colpire, anche se meno frequentemente, la pianta dei piedi.
Le vesciche restano sulla zona coinvolta per circa 3 o 4 settimane, seccandosi man mano che passano i giorni, sino a scomparire completamente lasciando però sull’area un evidente arrossamento, e un’epidermide particolarmente sensibile.
La disidrosi, nelle forme meno acute, può presentarsi e poi sparire da sola, senza dover far ricorso a farmaci, applicazione di soluzioni in gel o creme. Così come se ne è andata in tempi rapidi può tornare anche a distanza di tempo, abbinata a un fastidioso prurito.
La forma più diffusa si presenta in tre fasi distinte:
. comparsa delle vescicole;
. rottura e conseguente formazione delle crosticine;
. e infine eliminazione con relativo distacco delle piccole croste.
A causarla stress, reazioni allergiche e contatto con sostanze metalliche
Conosciuta anche con il nome di eczema disidrotico o pompholix, la disidrosi è, di fatto, una dermatite, malattia infiammatoria della pelle, causata talvolta dallo stress o dal contatto con sostanze metalliche quali cobalto, cromo e nichel.
Il disturbo può anche essere la conseguenza di una reazione allergica, come ad esempio la febbre da fieno. Non sono rari, infatti, i casi in cui la presenza delle vesciche si manifesta insieme a un raffreddore allergico, prevalentemente nella stagione primaverile, o in quella estiva, oppure perché il soggetto è venuto in contatto con sostante irritanti e ancora perché è affetto da eczema atopico.
Visto che le cause dell’insorgenza della patologia non sono sempre così chiare, è difficile anche fare prevenzione. I medici si limitano a consigliare di tenere a bada lo stress, ed evitare accuratamente il contatto con le sostanze alle quali si imputa l’effetto scatenante.
A essere maggiormente colpiti dalla patologia sono i giovani adulti e soprattutto gli adolescenti.
Come curare la disidrosi
Quando la patologia si presenta è bene chiedere consiglio a uno specialista, per potersi garantire la cura adeguata, soprattutto considerando la gravità del problema.
La scelta della terapia è quindi direttamente proporzionale alla rilevanza dei sintomi, e deve essere stabilita da un dermatologo non prima di aver eseguito un controllo estremamente accurato.
Di norma vengono prescritti farmaci antinfiammatori e immunosoppressori quali i corticosteroidi, disponibili in compresse orali, in gel, unguenti e creme. Chi lo desidera può fare ricorso a una terapia come la fotodinamica, che poggia sull’uso della luce e sull’applicazione di una sostanza fotosensibilizzante in forma cremosa.
Non è raro l’uso di antibiotici, ideali per le infezioni batteriche, da ingerire per via orale, o sotto forma di compresse imbevute di permanganato di potassio o alluminio acetato, che offrono una guarigione estremamente rapida.
La disidrosi si presenta quasi sempre associata a una sensazione intensa di prurito, soprattutto a fronte di forme piuttosto acute. In questi casi poter limitare l’impulso di grattarsi è già un passo avanti, e possiamo ottenere un buon risultato grazie a impacchi freddi, da collocare direttamente sulla zona interessata.